Reggio Emilia 14/10/2012


FontanaMIXensemble







Lavinia Guillari, flauto
Chiara Telleri, oboe
Marco ignoti, clarinetto
Stefano Malferrari, pianoforte / tastiera
Nunzio Dicorato, percussione
Federico Lolli, percussione
Valentino Corvino, violino
Anastasiya Petryshak, violino
Corrado Carnevali, viola
Sebastiano Severi, violoncello
Emiliano Amadori, contrabbasso


PROGRAMMA

Arnold Schoenberg, 6 kleine Klavierstücke (6 piccoli pezziop. 19 per pianoforte (1913)
Arnold Schoenberg, 6 kleine Klavierstücke op. 19 trascrizioni per flauto, clarinetto, pianoforte, harmonium e quintetto d’archi di Andrea Agostini, Daniele Ghisi, Pasquale Corrado,  Raffaele Grimaldi, Andrea Sarto, Franco Venturini (2012)






Pierre Boulez, Dérive prima versione per 6 strumenti (flauto, clarinetto, vibrafono, pianoforte, violino e violoncello) (1984)

John Cage, String Quartet in Four Parts (1950)

Aldo Clementi, Lamento – Francesco Pennisi in memoriam per flauto, clarinetto, violino, violoncello, pianoforte (2001)

Arnold Schoenberg, Begleitungsmusik zu einer Lichtspielszene (Musica d'accompagnamento  a una scena cinematografica) op. 34 (1930). Versione per ensemble di Johannes Schöllhorn.
Con la proiezione del film Der Brandstifter (Il piromane) di Matthias Stocklöw (2003), commissione dell'Orchestra di Stato Kassel in occasione del 60° anno dalla distruzione della città.


Con questo terzo concerto si arriva alla traccia, profonda, indelebile, lasciata da Schoenberg ai posteri lungo tutto il 900 e fino ai giorni nostri, completando così il percorso che in tre concerti mette in risalto la natura di spartiacque dell'opera di Schoenberg nella modernità. Pierre Boulez come uno dei continuatori della stagione seriale, John Cage allievo diretto (e indisciplinato), Aldo Clementi come probabile punto mediano fra i due estremi Cage-Schoenberg, e i giovani compositori con le loro trascrizioni di un lavoro – i 6 pezzi op. 11 – che ancora oggi risulta avvincente e inafferrabile.
In chiusura, il film Der Brandstifter (Il piromane) realizzato nel 2003 proprio sulla musica di Schoenberg che fu scritta per una “scena cinematografica” immaginaria.

I tre concerti di Reggio Emilia costituiscono una sintetica e stimolante mini-rassegna dotata di coerenza propria. Il primo concerto, diviso fra l’estrema giovinezza e l’estrema maturità dell’autore, costituisce il punto da cui si dipartono il secondo e il terzo concerto, i quali toccano rispettivamente le relazioni Schoenberg/tradizione in una direzione, e Schoenberg/musica contemporanea nella direzione opposta.
Nell’occasione è anche possibile lungo i tre concerti gettare uno sguardo alla grande varietà di stili – dal tardo romantico all’espressionista, dal tonale al dodecafonico – e di organici – vocali e variamente cameristici – che caratterizza la produzione di Schoenberg.